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Summer of ’84: il trailer del nuovo film dei registi di Turbo Kid

Sarà presentato al prossimo Sundance il nuovo film di RKSS, Summer of ’84, ennesima operazione nostalgia dei tanto amati – e odiati – anni Ottanta.

Io gli anni Ottanta non li ho vissuti, ci sono solo nata, ma ho dei ricordi vividi dei miei parenti che hanno vissuto la loro infanzia e adolescenza in quegli anni: le spalline, le paillettes, la musica elettronica, quella sintetica, i colori fluo, le pennette alla vodka, l’insalata russa, i film horror così brutti che fanno il giro e diventano dei capolavori.

Gli anni Ottanta non li ho vissuti, ma mi hanno sempre affascinata, in qualche modo. E ogni volta che vedo un film che cerca di omaggiare quegli anni mi incuriosisco, mi esalto, cerco video, trailer e poster e attendo con ansia la loro uscita al cinema.

Quando ho visto per la prima volta il trailer di Summer of ’84 mi sono detta: “Hey, finalmente un film che omaggia gli anni Ottanta nel modo giusto, ricercando le giuste atmosfere, gli stessi suoni, la stessa fotografia. Finalmente un film che non sbeffeggia o cerca di emulare un’epoca che non ci appartiene più, ma prova a rimaneggiare il genere in un modo tutto “nuovo” (nuovo… vabbè, ci siamo capiti).

RKSS non è nuovo a tutto questo: il collettivo di artisti canadesi, al secolo François Simard, Anouk Whissell e Yoann-Karl Whissell, ha già scritto e diretto – riscuotendo anche un discreto successo – Turbo Kid, avventura post-apocalittica ambientata in un 1997 devastato da un crudele e dispotico sovrano di nome Zeus. Non ci stupisce, quindi, che ritornino a ricercare quelle atmosfere con Summer of ’84.

Non sappiamo ancora bene come prendere tutta questa operazione nostalgia: intendiamoci, molti di questi lavori (vedi Stranger Things, Turbo Kid, lo stesso It Follows – che in qualche maniera recupera le atmosfere tipiche del cinema degli anni Ottanta) sono realizzati in maniera quasi impeccabile, a partire dalle trame fino ad arrivare alla fotografia, i colori, i costumi, le musiche. Quello che però, a volte, sembra mancare in questi casi è il cuore pulsante, il motore che anima le cose: le operazioni nostalgia tendono a perdere il loro interesse, negli anni, poiché peccano di originalità e presto o tardi questa cosa viene fuori con prepotenza e ne determina la fine assoluta – ed è un peccato, se i prodotti sono di qualità.

Diciamocela tutta: gli anni Ottanta, in fondo, piacciono a tutti – anche a quelli che se ne lamentano di continuo.

Però, forse, è giunta l’ora di cambiare epoca – o di cambiare idee.

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