Romacinemafest 2017: The Movie of My Life di Selton Mello
Scritto, diretto ed interpretato dall’ottimo regista brasiliano Selton Mello, The Movie of My Life (O Filme da Minha Vida), in italiano il film della mia vita, mantiene esattamente le aspettative del titolo. Il film di una singola vita in particolare, ma anche di tutti noi, attraverso l’immaginario classico del cinema degli anni passati.
Siamo nei primi anni ‘60, Tony Terranova ( interpretato ottimamente da Johnny Massaro) è un giovane brasiliano di una famiglia di provincia, modesta e felice, che spende maggior parte dell’infanzia sognando attraverso la figura rassicurante del padre (interpretato da Vincent Cassel) il quale trasferitosi dalla Francia, sposa una giovane donna brasiliana. Tony al ritorno dagli studi nella grande città, come una doccia fredda, scopre che il padre ha abbandonato la famiglia vivendo così gli anni successivi nel costante tormento di non sapere le motivazioni della dipartita della figura paterna. Il film è incentrato proprio in questo punto di transizione, nell’esatta metà (come non manca di ricordare la voce narrante), sottolineando lo stereotipo del cinema per cui la parte iniziale e la parte finale sono le migliori, ricordandoci però che, a volte, esiste anche tutto un universo nel mezzo.
The Movie of My Life è quindi un film sul cinema stesso, sul topos cinematografico per eccellenza. Si imbeve di cinema classico, ricordandoci a tratti un compaesano eccellente come Giuseppe Tornatore, soprattutto nei contenuti e nell’immaginario collettivo. Una trama semplice di un dramma familiare, di un padre improvvisamente assente, la transizione da ragazzo a uomo (sia moralmente che fisicamente), l’amore puro messo a confronto con la passione carnale e il peccato (impersonato dalle bellissime sorelle Madeira), il conflitto interno del perdono, sono infatti tutte colonne portanti del romanzo da cui è tratto questo film, scritto dal cileno Antonio Skármeta, già autore de Il postino di Neruda, la cui trasposizione cinematografica di Michael Radford ebbe un grandissimo successo in tutto il mondo. Una piccola curiosità, lo scrittore stesso Skármeta, chiamò la famiglia di Selton Mello per richiedere specificatamente che il film avesse il sapore della cultura brasiliana, rendendo il regista, in quel momento in un’empasse autoriale, profondamente orgoglioso di realizzare questo film.
Il film perciò cita se stesso, addirittura imitando la trama e il confronto tra i due personaggi principali di Fiume Rosso (1948, di Howard Hawks e Arthur Rosson), singolo film al cinema della grande città del 1960 e uno dei preferiti del giovane Tony. Unico punto negativo del film, purtroppo a volte si ha la sensazione che la citazione sconfini il limite del ricordo visivo e si trasformi all’occhio nella macchietta di quello che tanto vorrebbe omaggiare. La macchietta scompare però, quando l’occhio si abitua e la mente si lascia trasportare da quella che è un’intensa, seppur semplice, storia di una vita.