Microbe et Gasoil: la recensione
Michel Gondry dirige una dolcissima commedia in bilico tra teen e road movie.
Microbe e Gasoil sono due outsider, anche se per ragioni diverse. Romantico, introverso e sognatore il primo, irriverente, insolitamente colto e “fuori dagli schemi” il secondo, cercano entrambi una fuga dalla loro mediocre realtà. Diventano amici e, in preda ad un delirio di onnipotenza, decidono di costruirsi una casa su ruote che li accompagni in giro per la Francia.
Dopo aver accantonato la scintillante Hollywood già con Mood Indigo, Michel Gondry torna ancora una volta alle produzioni indipendenti francesi con Microbe et Gasoil, un film piccolo, all’apparenza, ma pieno di spunti interessanti, ambientato nella sua amata Versailles.
Al centro del film, scritto e diretto dal regista francese, due giovani adolescenti alla ricerca di un riscatto sociale, ma anche di una sorta di libertà, di scioglimento dalle convenzioni, di fuga dalla routine. Tanto Microbe quanto Gasoil sono lontani dalla realtà comune ai loro coetanei e allo stesso tempo sono troppo maturi per le loro famiglie d’origine, che in nessun modo riescono a comprenderli (e forse neanche ci provano davvero).
Con una leggerezza e una dolcezza tipici del cinema Gondriano, i protagonisti di Microbe et Gasoil accompagnano lo spettatore lungo questa bizzarra avventura on the road, fatta di incontri inaspettati e mete inarrivabili, pericoli scampati e amori (im)possibili.
Non ci sono gli effetti speciali “rudimentali” tanto cari a Gondry, questa volta, a rendere fantastica l’ambientazione: in Microbe et Gasoil, infatti, il regista lascia alla trama e ai suoi giovani protagonisti tutta la responsabilità “visionaria” del film, riuscendo nell’intento di non annoiare lo spettatore, mai, neanche per un istante. Perché Microbe e Gasoil sono due caratteri stereotipati, è vero, ma assolutamente vicini a noi, se non addirittura – e questo è assai probabile – a Gondry in persona.