Blu è uno dei pochi street artist ad aver mantenuto la propria integrita di artista di strada, nel senso che continua a nascondersi dietro il suo stesso nome e la sua arte è ancora politica, è ancora sociale, è ancora popolare e quindi “libera”.

Nel corso degli anni, le opere di Blu hanno sempre criticato il capitalismo, il sistema carcerario, i disastri ambientali, il sistema mondo. Anche per questa ragione, Blu torna a Valencia per dipingere un murale di protesta contro l’espansione del porto della città.

Espandere il porto di Valencia vuol dire estendere l’area industriale fino a nord e, di conseguenza, concludere l’approdo sulle spiagge di Albufera. Questa procedura non farebbe altro che moltiplicare l’inquinamento atmosferico – già abbastanza critico – del traffico di navi e camion.

Alla protesta hanno preso parte tantissimi artisti, tra cui anche Blu: la sua opera in più parti mette in scena quasi una battaglia, da un lato gli alberi a forma di pugno, dall’altro i difensori del porto.

Come altre opere di Blu, anche questa va letta come una sequenza: se proviamo a fotografare i singoli disegni, il risultato è del tutto simile a un’animazione, in cui i container gialli si trasformano in guardie corazzate che vengono distrutte, mentre la natura prova a riemergere dal terreno.

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