Insegne al neon, ambientazioni fumose, panorami desolati (e desolanti) e tanta solitudine. Dalle opere d’arte (perché di questo si tratta) di Dangiuz viene fuori tutto il dolore e la complessità dell’uomo contemporaneo – anche se lo scenario è futur(ista). Imparate a conoscere la sua arte dalla sua voce, però, perché Idiotist lo ha intervistato e ha scoperto l’identità di un vero artista, giovanissimo e pieno di ispirazioni interessanti. Buona lettura!
Mi presento: sono Dangiuz! Il mio vero nome è Leopoldo D’Angelo. Sono un digital e visual artist. Sono nato a Torino, l’11 Luglio del 1995.
Come hai cominciato a muovere i tuoi primi passi nell’arte? Sei autodidatta o hai intrapreso studi particolari?
Allora, diciamo che da sempre sono una persona creativa… Per quanto non sia molto portato nel disegno classico, sono sempre stato appassionato di computer, tecnologia e simili. A 14 anni mi sono iscritto ad un indirizzo scolastico di arti grafiche e fotografiche ed ho sviluppato la mia passione, dentro e fuori da scuola. Dopo essermi diplomato ho continuato la mia carriera, sviluppando la parte “grafica” e lavorativa, e poi dopo qualche anno di break in cui ho fatto altro, mi sono rituffato in questo mondo con la voglia di conoscere nuovi stili, nuovi strumenti, nuovi programmi. E quindi ho cominciato a fare 3D, circa 1 anno e mezzo fa.
Come sei arrivato a questo stile? Che tipo di percorso hai fatto?
I social network mi hanno aiutato tanto in questo perché, per quanto io potessi già essere a conoscenza di questi stili, non avevo idea che esistessero così tanti artisti che producessero così tanta roba bella su base giornaliera o settimanale. Per me è stato uno shock… Mi dicevo che non era possibile, che non erano umani. Però piano piano ho cominciato a capire sia il lato lavorativo sia a sviluppare diciamo un occhio estetico e queste due cose combinate sono devastanti perché migliorano le tue abilità (e quindi la bellezza dei tuoi lavori) ma ti fanno vedere anche le cose in un modo diverso, ti fanno trarre più ispirazione. Quindi sono arrivato qui migliorando me stesso giorno dopo giorno, traendo ispirazione da qualsiasi cosa, film, canzoni, libri, opere altrui… E via dicendo!
Nonostante la tua giovane età, è innegabile trovare dei rimandi agli anni 80 (e per me questo è un grande complimento, da amante quale sono di quell’estetica): penso al cyberpunk, all’aesthetic, alla retrowave. Mi vengono in mente film come Tron e Blade Runner, anime come Ghost in the Shell, autori come Gibson. Leggi, ascolti o guardi qualcosa che rimandi a questo stile?
Sì, esatto! Adoro i film che hai citato. Blade Runner è un’ispirazione continua per me, l’avrò visto 10 volte, sia il primo che il sequel, 2049. Ghost in the Shell anche, mi piace da matti… Di opere recenti ho visto Altered Carbon e Love, Death and Robots. Inoltre ho letto 1984 di Orwell, Man in the High Castle di Philip Dick… E forse rientra fra i titoli anche Cecità di Saramago. Non proprio Cyberpunk, però sicuramente molto distopico.
Che tipo di influenze hai? Che artisti ti piacciono (anche non necessariamente legati al tuo stile, ovviamente)?
Influenze… In questo periodo preferirei non averne [ride, ndr]! Scherzo, ovviamente: in realtà cerco di ricollegare qualsiasi cosa all’arte… Mi piace farmi ispirare da qualsiasi cosa mi piaccia… Che sia una canzone, un film, una frase… Tutto può prendere forma e diventare una “visione” nella mia mente, qualcosa da ricreare, che possa divenire visibile a tutti e non solo un’immagine impressa nella mia mente. Di artisti del passato mi piacciono un sacco Van Gogh e Caravaggio.
Da cosa trai ispirazione? Ci sono artisti che ti hanno influenzato maggiormente nel tuo percorso?
L’ispirazione provo ad averla da tutto… I viaggi mi ispirano molto. I finestrini degli aerei, dei treni. Però ad esempio anche un semplice pensiero può sfociare in un qualcosa di più grande e diventare un’opera, prendendo forma. Tra gli artisti che mi hanno influenzato di più ci sono sicuramente Mike Winkelmann (Beeple Crap) e Nick Sullo (Xsullo), ma anche molti altri.
Ho notato che ti piace molto “variare sul tema”, nel senso che hai uno stile ben preciso ma allo stesso tempo provi ad esplorare approcci sempre nuovi. C’è qualcosa, tra questi approcci, in cui ti senti maggiormente a tuo agio o, al contrario, metodi che trovi particolarmente “challenging” (non conosco un termine migliore in italiano, spero di aver reso l’idea)?
“Challenging” rende benissimo l’idea. Come dicevi prima mi piace molto variare tra Outrun / Retro e Cyberpunk / Futuristico… Dipende, non saprei dire bene. Certo, sono stili simili, ma hanno elementi che li contraddistinguono e che “cozzerebbero” se inseriti in un habitat sbagliato. Diciamo che il Cyberpunk lo trovo più “challenging” dal punto di vista della realizzazione meccanica. Robot, androidi e personaggi “futuristici” sono abbastanza impegnativi da raffigurare in modo realistico, almeno a mio parere.
Come te lo immagini il futuro? Credi, speri (o, perché no, temi) che sia così come lo rappresenti?
Il futuro non è proprio roseo, secondo me… Ne parlavo pochi giorni fa con un’altra giornalista. Sta succedendo di tutto: pandemie, incendi, guerre… Il rischio di un collasso prima economico e poi umanitario non è più così fantascientifico. Diciamo che un mondo cyberpunk può essere affascinante dal punto di vista artistico… Ma sarebbe terribile se divenisse reale.
In giro ci sono diversi film, telefilm, progetti artistici o musicali che cercano di recuperare l’estetica al neon degli anni 80. Cosa pensi del recupero di questo stile negli ultimi anni?
Io penso che il Vintage abbia sempre il suo perché. Quello stile ha funzionato molto bene in quegli anni, e per quanto io non li abbia vissuti, con tutto il tempo che ho speso su GTA Vice City, un po’ li sento miei [ride, ndr]! Alla fine un po’ tutto ritorna in auge, se una cosa ha funzionato in passato, magari può aver stancato le persone di quell’epoca, ma può sicuramente tornare di moda e piacere al prossimo “ricambio generazionale” se si può dire.
La sensazione che ho guardando le tue opere (ma tu correggimi se mi sbaglio, ovviamente) è di uomini immersi in scenari desola(n)ti e spesso prigionieri delle macchine che indossano (o in cui vivono), e non posso che trovare parallelismi con ciò che stiamo vivendo. E’ così che vedi il nostro presente?
Beh, in parte sì. Facci caso: noi passiamo la maggior parte del nostro tempo ad usare il computer, il cellulare, la televisione… Alla fine anche quelle sono macchine. E alla fine anche quelle un po’ ci controllano. Se domani le macchine sparissero, l’80% delle persone e delle aziende probabilmente andrebbe in crisi. Non se ne può più fare a meno e per quanto non sia una cosa grave (per il momento), sono sicuro che ci sono persone che sviluppano vere e proprie dipendenze da videogiochi, serie TV o simili… Quindi diciamo che la distopia Cyberpunk non è troppo troppo lontana dalla realtà in cui viviamo. Certo, sicuramente è esagerata, di proposito… Ma è un suggerimento a ciò che potrebbe diventare il mondo.
Provieni dal design e sei passato al 3D. Vedi una nuova evoluzione nel tuo percorso? Come te lo immagini il tuo di futuro?
Mi piacerebbe evolvere ulteriormente le mie “skills”, sempre rimanendo nel mondo dell’arte, della grafica, degli effetti speciali, magari esplorando nuovi programmi, nuove tecniche, nuove possibilità, e magari anche nuove correnti artistiche… Alla fine se una cosa spacca… Spacca. Non c’è da girarci troppo intorno! Il mio futuro me lo immagino… Migliore del presente, perché sono ottimista… Anche perché dipende principalmente da me, quindi vediamo come va. Mal che vada non avrò nessuno da incolpare, se non me stesso [ride, ndr]!
Di seguito, un po’ di link dove seguire i lavori di Dangiuz:
Instagram
Sito Ufficiale
Behance
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